La Focaccia di Sarepta ha una storia molto antica… e per leggerla non dobbiamo far altro che aprire la Bibbia al Libro dei Re. Si narra che il profeta Elia venne mandato da Dio nella città di Sarepta di Sidone e lì avrebbe trovato una vedova che lo avrebbe aiutato durante la sua sosta. Arrivato alle porte della città, trovò la donna e le chiese dell’acqua e del pane per rifocillarsi. La donna, dal suo canto, gli rispose che da mangiare non aveva nulla di cotto ma solo poca farina e dell’olio e che avrebbe dovuto aspettare affinchè potesse preparare qualcosa per loro e per il figlio della donna. Elia allora le rispose «Non temere; va’ a fare come hai detto. Prima però prepara una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio, poichè così dice il Signore, Dio d’Israele: “La farina della giara non si esaurirà e l’orcio dell’olio non diminuirà fino al giorno in cui il Signore manderà la pioggia sulla faccia della terra”». Lei allora obbedì ed ebbe la grazia di un cibo quotidiano per diversi giorni per se stessa e per il figlio e per il profeta che aveva annunciato quelle parole dettate da Dio.
Ho trovato la ricetta di questa focaccia sul libro “A tavola con Abramo” che raccoglie diverse preparazioni suggerite dalle pagine dell’Antico e Nuovo Testamento, dividendole in base alle epoche di alcuni importanti personaggi. Gli ingredienti principali sono farina di orzo e olio d’oliva. La farina d’orzo è molto debole e nella ricetta del libro è tagliata con la farina 00 ma volendo ricostruire un percorso storico, ho optato (anche per la mia intolleranza) per una farina di grano khorosan poichè coltivato nel periodo dell’Antico Egitto e sicuramente più vicina cronologicamente rispetto ad un frumento creso degli anni ’50! Un preparato tipicamente mediterraneo, arricchito da cipolla e rosmarino fresco… un piatto salutare, buono, profumato e… antico.
Il protocollo:
- 150 g di farina d’orzo integrale;
- 150 g di farina di grano khorasan (Kamut);
- 20 g di lievito di birra fresco o 7 g di lievito di birra liofilizzato;
- 100 mL di olio evo + altro per ungere;
- 1 cipolla bianca medio-grande;
- foglie di rosmarino fresco;
- acqua tiepida q.b.;
- sale blu di Persia q.b.
La procedura:
- Lavare e mondare le cipolle e sminuzzarle.
- In una ciotola mescolare le due farine setacciate.
- Se si utilizza il lievito fresco scioglierlo in poca acqua tiepida con 1/2 cucchiaino di zucchero, altrimenti aggiungere il lievito liofilizzato direttamente con le farine e mescolare.
- Aggiungere il sale, l’olio, le cipolle sminuzzate, il rosmarino e a filo l’acqua tiepida, incominciando a impastare fino ad ottenere un panetto compatto.
- Ricoprire con pellicola alimentare la ciotola e far lievitare in luogo tiepido fino al raddoppio del volume.
- Riprendere l’impasto, lavorarlo ancora su un piano infarinato e stenderlo con le mani su una teglia rivestita di carta forno oleata.
- Ungere la superficie e rimettere a lievitare in luogo tiepido fino a raddoppio del volume.
- Infornare a 180° (in forno preriscaldato) per 25 min.
- Sfornare e servire subito ma è buona anche a temperatura ambiente.
- Buon appetito!
Guarda te le ricette storiche che buone che sono, questa focaccia sembra molto soffice e gustosa, grazieeeee………..
e per fortuna che abbiamo il nostro carissimo Maestro Bruno che col suo lavoro di recupero della storicità della gastronomia ci stimola a fare altrettanto!
Grazie Monica. ti seguo attentamente e con piacere. Brava!
Voglio inserirla in una puntata per la TV Giapponese sull’alimentazione!
a presto
chef Bruno
sto iperventilando per l’emozione della notizia!!! O.o
GRAZIE!!!
ma che bella ricetta! ha origini antichissime, complimenti!!