Dolce della tradizione laziale ma meno conosciuto rispetto ai Maritozzi con la panna oppure ai Bignè di San Giuseppe. Scoprirne l’esistenza è stata una sorpresa, prepararlo uno scherzo e gustarlo una sensazione paradisiaca.
Il protocollo (per 4 persone):
- 500 g di ricotta fresca di pecora (oppure di vaccina se non si dispone di quella ovina);
- 5 uova fresche di allevamento bio;
- 100 g di zucchero;
- 4 cucchiai di Rum;
- burro per eventuali stampini da usare;
- decorazione se gradita (cialde e/o granella di nocciola e cioccolato)
La procedura:
- Separare i tuorli dagli albumi, saranno utilizzati sono i rossi.
- Con lo sbattitore elettrico o una frusta mescolare con vigore i tuorli con lo zucchero fino a formarsi una crema.
- Unire il liquore e la ricotta passata al setaccio e continuare a mescolare.
- Versare la crema in 4 coppette (coperte con carta stagnola) e riporle in frigo per almeno 3 ore oppure imburrare uno stampo, versare il contenuto, coprire con carta stagnola e far riposare prima in frigorifero (sempre 3 ore) e poi in freezer (la tempistica non era citata, io ho fatto solo il passaggio in frigorifero ma potrebbe bastare un’oretta).
- Per chi fa il passaggio in freezer, tirare fuori gli stampini e lasciare a temperatura ambiente per 5-10 min prima di servire il gelato.
- Servire e buon dessert a tutti!
Mi è piaciuto decorare le coppette con una cialdina al cacao.
Il vino adatto per gustare questo gelato è il Cannellino di Frascati DOCG, ottenuto da uve raccolte tardivamente, prediletto da Catone il Censore, Cicerone e Papa Paolo III Farnense.
Che meraviglia, bravissima……