Una mente vulcanica come quella di uno scienziato non va mai in riposo ma ogni volta tira fuori l’impossibile per plasmarlo in possibile e ripetibile. Tempo fa ho letto un libro, “La cucina a impatto (quasi) zero” di Lisa Casali del blog www.ecocucina.org, che non pone limiti alla fantasia e impronta le ricette sull’utilizzo degli scarti alimentari per dar vita a delle ricette particolari, alcune fenomenali ma altre un pochino discutibili… Comunque fatto sta che ho voluto provare a riprendere una sua ricetta e personalizzarla in base alle mie esigenze e il risultato è stato decisamente appetibile.
Il protocollo:
- la buccia di 2 carote medie;
- una patata media sbucciata;
- la buccia della patata;
- prezzemolo;
- una manciata di fiocchi di mais;
- farina di mais tostata;
- curcuma e paprika dolce q.b.;
- semi di papavero;
- olio evo q.b.;
- sale q.b;
- acqua di cottura della patata;
- olio di mais per friggere.
La procedura:
- Lavare bene le bucce sotto acqua corrente e tritarle con un coltello a lama grande.
- Saltare le bucce tritate in una padella con olio evo, sale, paprika dolce e curcuma per una decina di minuti; mettere da parte.
- Bollire la patata, lasciarla raffreddare e schiacciarla in una ciotola.
- Unire il prezzemolo e le bucce e mescolare, aggiungendo poca acqua di cottura della patata per avere un composto morbido da manipolare.
- Sbriciolare con le mani i fiocchi di mais ed unire al composto.
- Dall’impasto prelevare dei pezzetti e arrotolarli tra le mani a formare delle piccole polpettine.
- Passare le polpettine nella farina di mais tostata mescolata ai semi di papavero.
- Friggere in olio di mais ben caldo e far scolare in carta assorbente oppure mettere in forno a 180°C (come ho fatto io) per 20 min.
- Servire tiepide con delle salsine a piacere ma son buone anche da sole!
Applicare la scienza in cucina? Geniale, geniale anche queste pepite ricche di gusto.
nella pratica mi ispiro ad Artrusi
Il migliore insomma, credo sia doveroso avere sempre un modello di riferimento.