Spaghetti alla trapanese Gikitchen-modificati

Se durante la giornata non leggo i post del blog Gikitchen di Giulia Guardo, è assicurato che l’umore potrebbe modificarsi in negativo. Adoro questa ragazza catanese e il suo modo di raccontarsi e raccontare… fumetti ed etti di fumo… e qualche ricettina delle sue le ho già provate, come questa che vi sto proponendo (http://gikitchen.wordpress.com/2012/09/02/spaghetti-alla-trapanese/), molto semplice ma saporita e non peccaminosa. Ammetto che il giudizio nasce da chi l’ha mangiata (non sono un’amante dell’acciuga) ma riuscire a cucinare un piatto senza assaggiarlo (e quanti ne ho fatti, soprattutto quando preparo la pasta classica per via del frumento) con i complimenti degli ospiti è una bella soddisfazione!

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Il protocollo:

  • 80 g di spaghetti di semola di grano duro biologici (volendo si possono sostituire con spaghetti di kamut o di grano “Senatore Cappelli”);
  • 3 cucchiai di polpa di pomodoro;
  • 3 acciughine sott’olio;
  • pasta di acciughe;
  • mandorle tagliate a lamelle;
  • capperi;
  • farina di mais tostata;
  • olio evo;
  • olio evo al peperoncino;
  • aglio;
  • basilico.

La procedura:

  1. In una padella far soffriggere 1 cucchiaio raso di olio evo al peperoncino con 1 cucchiaio colmo di olio evo insieme ad aglio tagliato a pezzetini e la pasta d’acciuga.
  2. Aggiungere il pomodoro a pezzi e far cuocere il tempo che prenda sapore.
  3. Chiudere il fuoco e trasferire il sughetto in un tritatutto, dove verranno aggiunti il basilico e una manciata di mandorle a lamelle.
  4. Frullare il tutto finchè non si forma un sugo cremoso; a quel punto ritrasferire nella padella e far cuocere per scarsi 5 minuti.
  5. Nel frattempo lessare gli spaghetti in acqua salata bollente, scolarli e trasferire nella padella col sugo per l’ultima ripassata, amalgamando il tutto.
  6. In un padellino far saltare in 5 minuti dei capperi con olio evo e farina di mais tostata per creare l’effetto croccante.
  7. Comporre il piatto, arrotolando gli spaghetti aiutandosi con un forchettone, simulando l’effetto Etna (sempre in onore della Giulia), facendo colare il sughetto avanzato a mo’ di lava a partire dalla cima; riempire la “bocca del vulcano” con le acciughine scolate dell’olio, decorare con le mandorle e i capperi.
  8. Buon appetito!

Con questa ricetta partecipo alla raccolta

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